
È improbabile che un giorno sapremo esattamente quale uomo pose la prima pietra per edificare quella che poi sarebbe divenuta Mondolfo, oggi uno dei Borghi più Belli d’Italia, ma sull’esistenza di questo Castello fortificato sulla sommità della collina non c’è incertezza. Sufficientemente distante dal mare per proteggere i suoi primi abitanti dalle incursioni, ma non troppo per presidiare comunque il litorale, Mondolfo sorge a balcone sul mare a una manciata di chilometri dall’Adriatico, sulla riva sinistra del fiume Cesano. Il sito collinare era strategico per controllare la strada marina che collegava Senigallia con Fano, Ancona con Rimini, e la via che risaliva, costeggiando il fiume, alla volta di Roma, piegando da Cagli alla gola del Furlo, noto diverticolo della consolare via Flaminia; il territorio circostante era buono per coltivare, pascolare, cacciare: ai piedi dell’abitato una copiosa sorgente naturale garantiva un abbondante approvvigionamento idrico. Le colline stesse ricche di legname, scoscese al punto giusto per poterle agilmente difendere. Il luogo permetteva ai primi abitanti di proteggersi dalle avversità naturali e di tutelarsi da passaggi bellicosi. Se ne accorsero gli antichi romani che, sul declinare dell’impero attorno al VI secolo, vi costruirono un castello bizantino, un castrum. In tale impianto fortificato, sorto nel periodo tardoromano a difesa di un già esistente modesto insediamento, avvenne l’incastellamento.

Il toponimo usato dai documenti più antichi per indicare questo primo nucleo urbano è quello di Castrum Marchi (probabile allusione a un tempio dedicato al dio Marte forse sulla sommità della collina). La ripresa economica che si verifica a partire dal IX-X sec. prosegue per tutto il Medioevo imprimendo al Castello quel carattere e quell’aspetto che in parte è presente anche oggi. Il nucleo originario di Castel Marco si rivela ben presto troppo angusto così come accade in molti altri centri italiani a partire dall’XI secolo, e pertanto a poco a poco attorno al primitivo abitato fortificato cresce un borgo esterno affiancato al nucleo primiero. Tra il XIII e il XIV secolo Castel Marco allarga i propri confini costruendo una nuova cerchia di mura che include anche la fascia del borgo. È in questa fase che l’intero insediamento assunse il nome definitivo di Mondolfo, la cui etimologia è probabilmente da far risalire a Monte Offi, cioè monte di Offo, capostipite della famiglia che guiderà il Castello fino alla fine del 1300, con l’arrivo dei Malatesti prima e i Della Rovere poi. È sotto quest’ultima signoria che Mondolfo, ora ricompresa nel Ducato d’Urbino, conosce un notevole sviluppo urbanistico, legato alla floridezza della classe economica e alla strategica posizione a guardia del litorale e della foce del fiume Cesano. Nel XVI secolo inizia infatti l’ampliamento della chiesa e del convento di Sant’Agostino, l’impareggiabile complesso monumentale che oggi sorge alla porta principale del Castello, un luogo carico di arte e di storia, dove le nobili famiglie di Mondolfo facevano a gara per abbellire i propri altari, chiamandovi a lavorare i principali esponenti dell’arte marchigiana acavallo fra Cinque e Seicento. Famiglie aristocratiche che operavano in quegli anni pure per arricchire i propri palazzi, come quello dei nobili Giraldi della Rovere, dei Peruzzi, nella seconda cerchia del Castello, oppure quello dei Beliardi o dei Gallucci entro la prima. Dal 1615 inizia pure la ricostruzione della chiesa parrocchiale di S. Giustina, eretta poi in Insigne Collegiata nell’anno 1635 da Papa Urbano VIII; il tempio – con le sue pale d’altare, il prezioso organo storico Gaetano Callido – sarà ampiamente rivisitato nel corso del Settecento, periodo che vide Mondolfo interessata da numerosi interventi edilizi, destinati a protrarsi, talvolta, ben oltre la fine del secolo, fase di ascesa della borghesia agraria ed artigianale destinata a diventare la nuova classe dominante.
Comune rurale sino al dopoguerra, già nel primo Novecento Mondolfo conosceva la nascita del turismo balneare nella spiaggia di Marotta, allora abitata da pochi pescatori raccolti attorno alla stazione di posta della Vecchia Osteria. Non mancava un vivace ceto artigianale, con la fabbricazione di carri agricoli (birocci) e di coltelli, che portavano il nome di Mondolfo fuori regione. Industre pure la classe dei costruttori di fisarmoniche, che conoscono una grande stagione nel primo dopoguerra, tanto da esportare in tutto il Mondo, specie nel sud America, sino alla crisi legata all’avvento dell’elettronica. Fondamentale l’apporto di Mondolfo pure nel primo e secondo Risorgimento, fatto attestato dalla costruzione del Parco della Rimembranza e Monumento ai Caduti, ora interamente restaurato e raro esempio di architettura monumentalistica del periodo.
Oggi l’economia di Mondolfo è legata al mondo della cantieristica navale, con la produzione di yacht di gran lusso, oltre che al terziario, all’orticoltura e al turismo. Con la spiaggia di Marotta, Bandiera Blu FEE ed il Castello di Mondolfo fra i Borghi più Belli d’Italia, è da tutti conosciuta come la località delle “due vacanze in una”.
