L’Assedio di Mondolfo (1517-2017) – 4) La battaglia

 

Durò attorno ai 18 giorni l’assedio di Mondolfo, come ricorda Adalgiso Ricci. Piazzate in due punti le artiglierie, i medicei batterono per cinque giorni continui il castello, la rocca e tre torrioni lungo le mura; le mura tuttavia, ripiene di terra secondo quanto progettato dal geniale Francesco di Giorgio Martini, non subirono gravi danni. Lorenzino decise allora di conquistare Mondolfo con le mine, scavando, cioè, delle gallerie sotterrane che, riempite di polvere da sparo, potevano far saltare le mura castellane. I medicei iniziarono a scavare 5 gallerie, ma i mondolfesi – accortesi della cosa – riuscirono a distruggere tre di queste con violenti combattimenti accaduti sottoterra. Due gallerie però – il 17° giorno – riuscirono gli uomini di Lorenzo a farle scoppiare sotto le mura nel tratto del “fosso” all’allora Torrione del Forno (circa l’attuale Bastione S.Anna, che venne ricostruito dove appunto accadde l’esplosione). Sembrava “che il cielo dovesse ruvinare et la terra aprirsi” pezzi di muraglione “grossi come uno bove” furono portati a più di mezzo miglio lontano. Sembrava che i medicei spuntassero di entrare nelle mura attraverso il varco causato, ma i difensori di Mondolfo riuscirono a fermarli, Lo stendardo di S.Gervasio, allora protettore di Mondolfo, squarciato dall’artiglieria, invitava all’estremo sacrificio: “Fu un momento davvero tragico e decisivo. Si udivano le grida ed i lamenti delle donne che chiamavano gli sposi al soccorso, delle fanciulli tremanti che pregavano, dei vecchi che maledicevano la vecchiaia che impediva loro di prestare valida opera per la difesa e gli faceva assistere inermi alla rovina delle lo case”.