L’Assedio di Mondolfo (1517-2017) – 2) Mondolfo “Città fedelissima”

In che campo si schierò Mondolfo allo scoppio della guerra d’Urbino? Decise di rimanere fedele ai Della Rovere – che poi, appunto, la fregeranno del titolo di “Città fedelissima” e non accettare la novella signoria medicea con Lorenzino. Francesco Maria Della Rovere, non rassegnandosi alla perdita del Ducato, decide di riconquistarlo, approfittando dei soldati rimasti senza soldo dopo la pace di Noyon del 4 dicembre 1516. Ne forma due bande di Spagnoli, in numero di 3.800 e di cui una, quella di San Marco guidata dal colonnello Maldonato, che poi lo tradirà; ed inoltre una compagnia di Tedeschi ed un’altra di Guasconi, di 300 fanti l’una; ed infine 800 fanti volontari condotti da Federico Gonzaga, signore di Bozzole; in tutto un esercito di 5.200 fanti, ai quali si aggiungono 600 cavalieri. Da Sermide il 17 gennaio 1517, festa di Sant’Antonio abate, con una lettera ai cardinali giustifica il suo passaggio sul Rubicone ed inizia gli otto mesi della disastrosa “guerra d’Urbino”. Per Mondolfo, sarà una delle pagine più difficili della sua storia.