Che S. Francesco sia passato a Mondolfo? Non possiamo certo escluderlo, sapendo che il Poverello d’Assisi transitò più volte per le Marche tra il 1208 e il 1224. Anzi, possiamo «crederlo con sufficiente certezza, che il Santo abbia predicato nell’antichissima pieve di S. Gervasio dei Bulgari e sia poi salito al castello di Monteoffo [come allora si chiamava Mondolfo] per predicare e pregare nella chiesa di S. Michele, l’arcangelo di cui era devotissimo», così come scriveva alcuni anni or sono padre G. Parisciani, noto storico francescano. Ciò che è documentato, comunque, è che dal 1579 i Francescani Minori Conventuali – gli stessi presenti presso la tomba del Poverello in Assisi – sono a Mondolfo nel bel convento dedicato al martire S. Sebastiano.Chiesa di San SebastianoA S. Sebastiano, protettore contro i mali contagiosi, si erano infatti votati i nobili e i popolani di Mondolfo nel 1479, promettendo di edificare un’“edicola”, cioè una piccola chiesa, nel caso in cui il castello fosse passato indenne dalla peste nera che serpeggiava per la Regione. Scampato il pericolo, la Comunità tenne fede al voto tant’è che nel 1529 la chiesina era completamente terminata, sebbene l’ingresso dei Francescani avvenisse solo più tardi. L’iniziativa fu di fra Baldassarre Savolini, mondolfese, il quale, promettendo di costruire una nuova chiesa più ampia e bella in luogo dell’esistente, addossandovi un conventino adatto per tre sacerdoti, otteneva il 6 luglio 1578 il sì del consiglio comunale, a condizione, fra l’altro, che la nuova chiesa mantenesse il titolo di S. Sebastiano. Ricevute le altre autorizzazioni necessarie, nel 1579 – esattamente a cent’anni dalla scampata peste – i Frati Minori Conventuali erano a Mondolfo. Subito prendevano avvio i lavori per la nuova chiesa e per il convento. Se quest’ultimo era già terminato nel 1584 la chiesa veniva solennemente consacrata solo l’anno successivo dal mondolfese Angelo Peruzzi, Vescovo di Sarsina, fatto attestato dalla lapide presente nell’ingresso della navata.Interno della chiesa di San Sebastiano Scampato alla soppressione dei conventini voluta nel 1631 da Papa Urbano VIII, S. Sebastiano non riuscì però a sopravvivere alla riforma imposta da Innocenzo X nel 1652: i frati partirono lasciando chiesa e convento nelle mani del vescovo di Senigallia. Ma l’amore verso i francescani non si spense a Mondolfo e, grazie ad alcuni lasciti si poté chiedere a Roma la riapertura del convento, che si vide nel 1680. Con il ritorno dei frati, si iniziarono subito a risistemare gli edifici: prima i locali conventuali, poi la chiesa, che è quella attuale, in chiaro stile vanvitelliano, aperta ai fedeli il 4 ottobre 1760. Nell’abside, la pala dipinta nel 1757 da Sebastiano Ceccarini per volontà del comune di Mondolfo; rappresenta la Madonna col Bambino, S. Francesco e S. Sebastiano. Suggestiva la veduta del castello di Mondolfo, posto fra i due Santi, così come appariva nel secolo XVIII. Trascorsero altri 50 anni, e la bufera napoleonica colpì pure le case religiose presenti a Mondolfo: i Francescani, pagando l’affitto, riuscirono però a restare nel loro conventino. Con il ripristino dello Stato Pontificio, i minori conventuali tornarono proprietari di S. Sebastiano: nel 1836 si realizza il nuovo organo opera dei fratelli Martinelli di Umbertide e, nel 1850, inizia la costruzione del campanile (finito solo a metà del XX secolo). Nel 1852, però, su richiesta del vescovo di Senigallia, il convento veniva ceduto dall’Ordine francescano, per essere trasformato in casa estiva per i seminaristi della diocesi: i frati partivano nuovamente da S. Sebastiano. Dopo che nel 1862 le monache benedettine di S. Cristina, estromesse dal loro monastero di Senigallia dalle leggi eversive sabaude, vi ebbero dimorato per un decennio, dal 1904 al 1916 furono i Frati dell’Ordine della Penitenza ad officiare S .Sebastiano. Quando partirono, vendettero il convento che fu in gran parte atterrato dal nuovo proprietario, con grande scempio, sino a che – ricomperato il convento – i francescani vi fecero ritorno il 1° agosto 1936 per lasciarlo nuovamente nel 2005.
Lo sapevate che… Mondolfo patria della grafologia
Fra i frati illustri che dimorarono nel convento di S. Sebastiano, non possiamo dimenticare padre Alessandro Borroni (1820-1896) insigne compositore di musica sacra e Maestro di Cappella nella Basilica di S. Francesco in Assisi, padre Oscar Serfilippi (1929- 2006) vescovo di Jesi, e padre Girolamo Maria Moretti (1879-1963), fondatore della scienza grafologica moderna. A lui è oggi intitolata la Cattedra Internazionale di Studi Grafologici presente a Mondolfo.