“Ordinorno doi mine alla uolta del tramontar del sole [ordinarono la realizzazione di due mine sotto le mura in direzione del tramontar del sole], cento passi l’una dall’altra, e noi con le contramine, non potessimo arrestare. Una sotto uno torione: Dettili fuoco buttò el detto torione dalli fondamenti nell’aria più de uno tirar de archo con molti pezzi grossi de più de uno boue”.Limonaia al Bastione Sant’Anna Ci troviamo, con questa cronachetta di un anonimo autore, nel bel mezzo dell’assedio che Mondolfo ebbe a subire nel 1517 da parte delle truppe di Lorenzino de’ Medici quando gli assedianti, scavata una lunga mina-galleria sotto il torrione detto “del forno” – a motivo della presenza in loco di un forno comunitario – danno fuoco alle micce provocando, con l’esplosione di una grossa quantità di polvere da sparo ivi accumulata, una deflagrazione tale da scagliare in cielo pezzi enormi “come buoi” appunto, della fortificazione mondolfese. Probabilmente in sostituzione della torre, irrimediabilmente danneggiata nell’assedio, e per “adeguare” il Castello di Mondolfo all’avvento delle armi da sparo, nel secondo quarto del XVI secolo – negli stessi anni nei quali i Sangallo innalzavano analoga fortificazione lungo le mura a sud-est di Fano – venne costruito lungo la cortina muraria della città, verso sud-ovest, il Bastione di S. Anna.Evento notturno al Bastione Sant’Anna Non più un torrione, ma un bastione, elemento che sostituisce la torre come rinforzo e collegamento di due tratti di cortina difensiva. Il Bastione è modernamente sagomato in modo da essere più spazioso delle vecchie torri, così da consentire – come nel caso di Mondolfo – l’alloggiamento nella sua struttura di un numero maggiore di pezzi d’artiglieria e dei relativi serventi; vi sono pure troniere e/o cannoniere: se ne contano almeno due di questi spazi protetti per i cannoni nel bastione mondolfese. Ora, se la progettazione del bastione di S. Anna – per ovvie ragioni cronologiche – non può essere attribuita alla genialità di Francesco di Giorgio Martini è però vero che spetta al senese una tappa fondamentale nello sviluppo della fortificazione bastionata grazie alle sue sperimentazioni e realizzazioni: a Mondolfo, dove ideò e edificò una possente rocca e, adeguando l’intero circuito difensivo del Castello racchiudente l’abitato, creò quella formidabile macchina da guerra che col solo tradimento dei patti poté essere messa a ferro e fuoco dai soldati di Lorenzino. Cessata la funzione militare, il Bastione divenne il bel giardino del Monastero che sorgeva presso la piazza centrale del Castello. Era il Monastero di S. Anna – da cui il nome al Bastione – messo in clausura l’anno 1650: luogo di preghiera e di lavoro, dove le monache custodivano il proprio orto e accudivano il giardino, completo di una limonaia in muratura per la coltivazione degli agrumi. È da qui che nasce l’attuale “Giardino martiniano”: del resto l’architetto più noto ai mondolfesi era stato proprio uno dei teorici del giardino detto all’italiana, dalle geometrie studiate e regolari.Giardino martiniano al Bastione Sant’Anna